Redimere? In che senso redimere?
Articoli relazionati? Sarai addebitato sul metodo interfacciato? I disastri delle traduzioni che si trasformano in neolingua (con perla finale).
La guida di un sito che trasmette eventi sportivi in streaming è composta da una serie di domande e risposte. Ecco un esempio:
Avrò un addebito al termine del free trial?
Vogliamo assicurarci che tu abbia un accesso continuato su ****. Quando la fase free trial giunge al termine sarai automaticamente addebitato sul metodo di pagamento che hai interfacciato durante la fase di registrazione. Qualora non sia stato richiesto di interfacciare un metodo di pagamento il tuo account sarà automaticamente cancellato. In questo caso avrai comunque la possibilità di riattiavare il tuo account in qualsiasi momento.
ARTICOLI RELAZIONATI
Quali dispositivi sono supportati da ****?
D’accordo, riattiavare è un refuso per “riattivare” (non l’avevo nemmeno visto, se n’è accorto il mio correttore ortografico), e ammettiamo che free trial suoni meglio di “prova gratuita” e che sia ormai inutile fare resistenza contro supportare (“dispositivi supportati” lo dicono tutti). Ma cosa diavolo sono gli articoli relazionati? In che senso una persona può essere addebitata? E come si fa a interfacciare un metodo di pagamento?
Come spesso succede, questo testo è stato tradotto dall’inglese. Ecco dunque i testi originali che hanno generato gli obbrobri:
Related articles
Articoli relazionati
Il participio/aggettivo related significa qui “collegato”, “connesso”, “correlato”, “affine”. Dunque relazionati è uno strafalcione e la traduzione ovvia è Articoli correlati (e l’italiano sarebbe una lingua migliore se bandisse sempre e comunque il verbo relazionare, ma questo è un altro discorso).
Gli altri casi sono più interessanti:
you will be automatically charged
sarai automaticamente addebitato
Perché la traduzione è sbagliata? Perché in inglese il verbo to charge regge il complemento oggetto della persona, mentre in italiano si addebita qualcosa (complemento oggetto) a qualcuno (complemento di termine): dunque al passivo il soggetto deve essere la cosa: ti sarà addebitata la quota mensile. E notate che c’era la stessa insidia anche nella domanda iniziale, ma in quel caso la traduzione era corretta:
Will I be charged at the end of the trial?
Avrò un addebito al termine del free trial?
Quanto al verbo interfacciare, non riesco a immaginare il motivo per cui si sia arrivati a usarlo nel seguito della frase:
using the payment information you provided during sign up
sul metodo di pagamento che hai interfacciato durante la fase di registrazione
Di sicuro, l’idea non può essere venuta a un traduttore automatico che, con un minimo aiuto umano, avrebbe di sicuro scelto qualcosa come:
attraverso il metodo di pagamento che hai fornito durante la registrazione dell’account
Ci sono altre piccole cose che non vanno – e almeno un refuso anche nel testo inglese – ma tutto passa in secondo piano davanti all’ultimo bottone che troviamo nella schermata:
Redimi! Il punto esclamativo non c’è, ma quello è un imperativo. Come dire di no? Chi sarebbe così crudele da rifiutarsi di riscattare un prigioniero? O forse si tratta di riportare sulla retta via un’anima perduta? Però sorge un dubbio: cosa c’entrano il riscatto o la redenzione con un servizio di streaming online? Misteri dell’internet.
Se, desiderosi di fare del bene, cliccate su quel tasto (in inglese: Redeem), trovate la scritta Inserisci il tuo codice regalo. Infatti in inglese si usa il verbo to redeem quando uno ha un buono o uno sconto e lo vuole incassare. In italiano, però, redimere significa “riscattare, liberare qualcuno da un’oppressione” o, in senso religioso, “liberare dal peccato”; meno comunemente, nel linguaggio finanziario, “estinguere un debito” (ma in questo caso, a pensarci, il senso è proprio l’opposto rispetto a “incassare un buono”). Questo almeno fino all’altro giorno.
Serve un’azione combinata per redimere i peccatori dell’italiese.
Questo articolo è stato pubblicato su IL LIBRAIO di giovedì 22 novembre 2018 con il titolo Non ho niente contro gli anglismi, ma…
Caterina Lazzarini
Magnifica e divertente lezione, come nello stile dell’autore.
Massimo Birattari
Grazie, troppo buona.
Kuku
Che orrori, ma mi sembrano delle traduzioni automatiche. Non posso pensare che le abbiano scritte delle persone! (Anche se tutto può essere)
Massimo Birattari
Perdoni l’enorme ritardo nella risposta (il mio filtro anti-spam non è molto intelligente). Sì, in alcuni casi si tratta di traduzioni automatiche. Il problema però è che c’è sempre dietro una persona viva (un responsabile della comunicazione, direi) che sceglie le traduzioni automatiche perché non capisce che la lingua conta.
giusto Buroni
Queste “curiosità” linguistiche che denotano il dilagante scimmiottamento della (abominevole) lingua americana, ma anche la cieca fiducia nei traduttori e correttori automatici, compilati dagli stessi Americani, mi interessano molto, tanto da indurmi a farne una raccolta. Io sono solo un ingegnere ottantenne che ha passato la vita lavorativa scrivendo manuali, relazioni e contratti in inglese e in francese e mi piace il suo modo, perché assomiglia al mio, di confrontare fra loro le tre lingue e di difendere la lingua italiana dalle contaminazioni inutili da parte di quelle straniere. Cercherò di seguire il suo blog, COVID19 permettendo. Mi consenta però una piccola critica: io combatto da sempre la parola “registrazione” invece di “iscrizione” (o “abbonamento”, se è il caso) proprio per i motivi spiegati sopra. C’è una particolare ragione per cui lei la accetta? Sono pronto a correggermi,e “redimermi”, se mi convince. A proposito: perché non ha spiegato l’etimologia di “redimere” e non ha richiamato il verbo latino “emere”, che se non ricordo male significa “comprare” e quindi “redimere” = “comprare di nuovo” = “riscattare”? E “redentore” = “riscattatore”? Scusi l’intromissione; voglia considerarlo un modesto contributo. Grazie.
Massimo Birattari
Le intromissioni sono graditissime! Sulla “registrazione”: non ci avevo pensato, probabilmente perché assuefatto. L’ipersensibilità ai calchi è in realtà anche personale, e ognuno ha i propri idoli polemici. Nel mio ultimo libro, Grammatica per cani e porci (Ponte alle Grazie 2020), c’è una sezione dedicata ai forestierismi, in cui ho infilato anche questo pezzo su “redimere”; però, dopo aver dato sfogo all’indignazione, ho parlato anche del caso di “digitale”, un calco in fondo non molto diverso da “redimere” (avremmo potuto fare come i francesi, e tradurre digital con “numerico”), eppure diventato indispensabile e inavvertito.
Sull’etimologia di “redimere” ha ragione, avrei potuto aggiungerla mentre spiegavo i significati del verbo.
Giusto Buroni
Allora, grazie per l’ospitalità. Esitavo, perché quando ho provato ad avvicinarmi al blog di “Una Parola al Giorno” sono stato subito preso a male parole dal titolare perché, non mi ricordo più il motivo, mi era sfuggita una critica bonaria su Greta Thunberg, che allora “andava per la maggiore”. Peggio ancora quando ho messo in evidenza un paio di gravi errori tecnici e anche grammaticali nel blog meteorologico del colonnello Guido Guidi; in quell’occasione il colonnello educatamente si è giustificato, ma: i suoi adepti sono insorti all’unanimità perché non avevo chiuso un occhio sugli errori del loro idolo. Così mi ero fatto una pessima idea dei blog, dei titolari e dei frequentatori. (Anche il Forum di Aldo Grasso al Corriere della Sera si presenta male, con il suo manipolo di accaniti habitué rigorosamente anonimi). Dopo avere fatto la vostra conoscenza, sono contento di potermi ricredere. Grazie e buon lavoro.
p.s. come può immaginare, su “digitale” avrei molto da dire (più pro che contro), ma se permette lo farò in un’altra occasione dedicata