Implementare
Facebook mi spinge a riproporre il severo monito contro questo orrido anglismo che infesta soprattutto le comunicazioni di lavoro (ma non solo, ormai).
Il verbo implementare è l’adattamento italiano dell’inglese to implement (che deriva a sua volta dal latino implere, “riempire”). Si è diffuso dapprima nell’informatica, dove dovrebbe avere un senso preciso (secondo il dizionario Treccani, “realizzare un programma o un circuito elettronico attraverso la formalizzazione dell’algoritmo risolutivo”), ma poi è dilagato come un’erba infestante: ho appena cercato su Google una tipica espressione politico-burocratico-aziendale come “necessità di implementare” e ho ottenuto “circa 109.000 risultati” (implementare un processo di previsione delle vendite, implementare strutture ricettive, implementare servizi, strumenti, riforme, politiche…). Adesso ci si mette anche Facebook:
Il verbo viene dunque usato in una serie di significati che vanno da “realizzare”, “mettere in pratica”, “portare a compimento” fino ad “arricchire”, “aggiungere” o, semplicemente, “preparare” (nel caso di questo messaggio di Facebook). Implementare è davvero una parolaccia, quindi cercate di farne a meno: scegliete al suo posto uno dei suoi dignitosissimi sinonimi (che tra l’altro sono più precisi e fanno capire esattamente cosa volete dire).
PS: si capisce che il messaggio di Facebook è stato tradotto dall’inglese senza badare troppo alla resa in italiano. Il titolo è idiomatico in inglese (pensate allo slogan di Trump, “America First”), ma in italiano si dice usualmente “Prima gli amici e i familiari”.
Gennaro Bacile di Castiglione
Sono perfettamente d’accordo: l’uso in italiano dei termini implementare e implementazione dovrebbe essere proibito per legge. Vengono usati con i significati più differenti tradendo sia il significato dell’inglese sia quello dell’etimologia Latina. C’è persino chi pensa che nel concetto ci sia non solo la fase di realizzazione, ma anche quella di progettazione. Mentre Oxford Dictionary dice chiaramente: put (a decision, plan, agreement, etc.) into effect
Massimo Birattari
Ogni tanto penso che la mia ostilità per implementare sia esagerata. Poi mi capita di leggere il primo capitolo del libro di un politico (anche bravo, dal mio punto di vista) e trovare 4 implementare in 7-8 pagine. Quindi la crociata contro implementare è sacrosanta.
Donatella Migliori
In realtà, il termine “implementare”, pur trovandosi nella lingua anglo-americana, deriva dal latino, per cui io lo userei, soprattutto col significato originario nel giusto contesto.
Massimo Birattari
La mia avversione per i calchi è un’idiosincrasia da traduttore. Però implementare non mi piace in quanto tipico verbo burocratico (io odio effettuare, recarsi, verificarsi: meno li usiamo, meglio scriviamo).
Gennaro Bacile di Castiglione
Su evitare l’uso di “implementare/implementazione” in italiano sono perfettamente d’accordo, come già detto. La ragione è anche dovuta al fatto che chi lo usa sembra attribuirgli i significati più fantasiosi e più diversi. Un po’ come Humpty Dumpty in “Attraverso lo Specchio” di Lewis Carrol, che diceva:“Quando io uso una parola, quella significa esattamente quello che io voglio che significhi, né più né meno” e ad Alice che obiettava “Bisogna vedere se lei può costringere le parole a significare così tante cose diverse”, rispondeva: “Bisogna vedere chi è che comanda … è tutto qua”.
Ma vorrei segnalare un inglesismo completamente errato:
Matrice di Materialità che si ritrova usatissimo sul web e non solo. E’ la traduzione maccheronica di Materiality Matrix e in questa accezione si tratta di un classico “False Friend”. Infatti in inglese, oltre al significato comune di “qualità di essere composto da materia”, in ambito legale ha il significato di “qualità di essere rilevante o significativo, Peccato che in italiano non ha quest’ultimo significato e per di più ha anche il significato di carnalità, sensualità o, ancora di rozzezza/volgarità, oltre a quello di concretezza. Ma tradurre senza tradire con “matrice di rilevanza/significatività” sembrava poco elegante? Per inciso (fondamentale) dalla definizione che ne viene data si tratta proprio di questo!
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