Con la i o senza i?
C’è un errore in questa frase?
“La beneficienza non è sufficiente.”
A. Sì, bisogna scrivere beneficenza senza i.
B. Sì, bisogna scrivere sufficente senza i.
C. No.
Continuate a leggere se, oltre alla risposta, vi interessa scoprire perché l’ortografia ha ragioni che alla ragione non sempre sembrano logiche (almeno a prima vista)
Risposta esatta: A. Beneficenza si scrive così, senza la i prima del suffisso -enza. (Notate che il correttore ortografico del computer e del cellulare possono ingannarvi: il mio non segna in rosso *beneficienza, che invece per il vocabolario è una forma evit., cioè da evitare, gravemente sbagliata.) Lo stesso vale per onorificenza (qui notate la prima i: la parola è onorificenza, non *onoreficenza). Invece parole come sufficiente, sufficienza, efficienza, scienza e coscienza (oltre che società, specie, superficie) richiedono la i tra le c e la e (conoscenza no, lo sapete). Qual è la ragione di questa differenza? In Benvenuti a Grammaland, il professor Mangiafuoco lo spiega nella nota che segue.
Perché parole simili si scrivono in maniera diversa? Perché bisogna risalire alle origini. Molte parole italiane derivano dal latino, e in latino cognoscentia viene dal verbo cognoscere (conoscere), mentre scientia dal verbo scire (sapere), che ha la i nella coniugazione (il participio presente, per esempio, fa sciens; lo stesso vale per il derivato conscientia, da conscire). Beneficenza deriva dall’aggettivo beneficus (benefico) e onorificenza da honorificus (onorifico), con l’aggiunta dello stesso suffisso -entia (che in italiano è diventato -enza); invece nel caso di sufficienza o efficienza, il suffisso si innesta sui participi, sufficiens ed efficiens, dove c’è già la i, che rimane. Le parole italiane società, specie e superficie si scrivono così perché le loro antenate latine societas, species e superficies avevano la i in quelle sillabe.
Ma non possiamo semplificare e, dato che quelle i in italiano non si pronunciano (in latino sì), eliminarle? Chi decide le regole della grammatica? Le regole le decide l’uso, e l’uso attuale, quello registrato dai vocabolari, continua a stabilire che sufficiente va scritto con la i e beneficenza no. Converrà tenerlo a mente. Nel dubbio: aprite il vocabolario.
TRATTO DA BENVENUTI A GRAMMALAND E DA LE CARTE DELLA GRAMMATICA
Giovanni Iannacchio
Bel gioco! Può essere utile a tutti. Io sono un ragazzo di 14 anni e ogni settimana verrò sul tuo blog a fare il quiz della settimana. Ti faccio tanti auguri.
Giovanni Iannacchino
Massimo Birattari
Grazie Giovanni. Dovrò impegnarmi a rispettare la cadenza settimanale…
Massimo Birattari
Mi chiede Silvia Salvati su Facebook: perché si può scrivere province ma anche provincie?
Il plurale provincie è giustificato dall’etimologia: la i presente nel singolare latino provincia si mantiene nel plurale provinciae (notate che la pronuncia “classica” era, più o meno, provinkia / provinkiae, quindi la i si sentiva). Però questo plurale etimologico viene considerato disusato (resisteva nel nome della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, una banca che, dopo varie fusioni, non esiste più come tale). Il plurale province, oggi più comune e prescritto dai prontuari redazionali di case editrici e giornali, è dovuto alla regola pratica dei nomi e aggettivi femminili in -cia/-gia (con la i non accentata), che dice: se il gruppo -cia/-gia è preceduto da una vocale (camicia, valigia), il plurale è -cie/-gie (camicie, valigie); se è preceduto da una consonante (freccia, striscia, provincia), il plurale perde la i (frecce, strisce e, appunto, province). Attenzione: è una regola pratica, che serve a evitare obbrobri come *freccie o *striscie. Siccome l’italiano contemporaneo tende alla semplificazione, e dunque a lasciar cadere le i che non servono alla pronuncia e non hanno un significato preciso, si può arrivare alla regola pratica ancora più semplice, che dice: nel dubbio, scegliete sempre la forma senza i se non ci sono problemi di significato (quindi frecce, province, ciliege, valige; ma camicie per distinguerle dal camice). Ovviamente i dizionari tengono conto di tutto questo, e diranno: provincia: pl. -ce o disus. -cie; freccia: pl. -ce; angoscia: pl. -sce o lett. -scie; ciliegia: pl. -gie o -ge; camicia: pl. -cie.
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