Ancora sulla mania dei sinonimi
Leggere un articolo e non capire una cosa essenziale perché il giornalista si rifiuta di dirla.
Leggete titolo e occhiello di un articolo comparso su Repubblica online il 6 novembre 2016:
Poi leggete il primo capoverso:
Dopo 111 anni di sfide e 28 precedenti sconfitte, l’Irlanda ha battuto gli All Blacks 40-29. È successo l’altra notte a Chicago, e lo straordinario evento – i neozelandesi erano largamente favoriti – rimanda un gusto ancora migliore alla sfida in programma tra i campioni del mondo e gli azzurri, in programma sabato pomeriggio all’Olimpico.
E adesso rispondete a questo semplice quiz: quale squadra affronterà l’Italia sabato prossimo, l’Irlanda o la Nuova Zelanda?
Se non siete appassionati di rugby, la risposta non è automatica. E non la troverete nemmeno scorrendo l’articolo fino alla fine (lo leggete qui). Troverete un altro indizio: l’avversaria degli azzurri è “la squadra di Steve Hansen”. Quindi: se sapete chi ha vinto l’ultima Coppa del Mondo di rugby, cioè la squadra allenata da Steve Hansen, allora avrete accesso all’informazione contenuta nell’articolo (ma probabilmente non avevate bisogno di quest’articolo per saperlo). Se invece il rugby vi piace ma non lo seguite poi tanto, l’articolo è una caccia al tesoro (e la risposta ve la cercherete su Wikipedia o su Google; oppure, se siete molto attenti, vi accorgerete che “campioni del mondo” è usato nel testo in un riferimento interno, quindi, incrociando i riferimenti, otterrete la risposta).
In una delle microlezioni di grammatica che ho pubblicato sul Libraio ho citato il pezzo in cui Aldo Buzzi se la prendeva con l’abitudine giornalistica di usare circonlocuzioni (la Grande Mela, il biglietto verde, il metallo giallo, la sfera di cuoio) per non ripetere New York, dollaro, oro, pallone. Ecco, questo articolo è la dimostrazione che Buzzi aveva ragione.
Ah, suggestionato dall’articolo nemmeno io vi do la risposta. Ma trovate un altro indizio nella foto qua sotto.
Stella Bright
Io sono appassionata di Rugby! I Tuttineri affronteranno l’Italia all’Olimpico e se non sbaglio l’Irlanda affronterà il Galles
Massimo Birattari
Risposta esatta! Ma mi ha colpito il fatto che l’autore dell’articolo, travolto dall’ossessione dei sinonimi, non abbia pensato di distribuirli meglio, già nel primo paragrafo: “Dopo 111 anni di sfide e 28 precedenti sconfitte, l’Irlanda ha battuto i campioni del mondo 40-29. È successo l’altra notte a Chicago, e lo straordinario evento – i neozelandesi erano largamente favoriti – rimanda un gusto ancora migliore alla sfida in programma tra gli All Blacks e gli azzurri, in programma sabato pomeriggio all’Olimpico”. Così sarebbe stato chiaro, visto quanto scritto nel titolo e nell’occhiello. Ma naturalmente il giornalista ha dato per scontato che tutti i lettori sapessero chi sono i campioni del mondo.
Maria
Ho adorato questo post !
Massimo Birattari
Grazie, troppo buona.
Emanuele
Penso sia quasi arrogante questo uso di sinonimi così forzato. Se non sai chi sono i campioni del mondo sei escluso. Mi associo a Buzzi.
Alberto Mario Contessa
Bravissimo! E questo malsano uso dei sinonimi può far gravi danni quando si tratta di scrivere norme. Ricordo che una grande istituzione pubblica, a proposito del linguaggio normativo, raccomanda : di evitare l’abuso di incisi; di abolire le parole vuote (a cominciare dagli “spessori”); di preferire le ripetizioni ai sinonimi, che possono introdurre ambiguità o causare incomprensibilità: ma, si sa, c’è chi sembra chiedersi “perché essere oscuri quando si può essere incomprensibili?” ,
Alberto
Massimo Birattari
“Perché essere oscuri quando si può essere incomprensibili?” è una perfetta fotografia della situazione. In questo campo mi pare ancora brilli la stella di Trenitalia (un buco nero, in realtà), almeno in alcuni avvisi alla clientela, oscuri anche per velare aspetti sgradevoli (multe, divieti ecc.).