Stupite amici e parenti sfoggiando paroloni
Una delle 27 idee e 1/2 contenute nel mio libro Invece di fare i compiti (Rizzoli), con i disegni di Ilaria Faccioli.
Conoscere molte parole e saperle usare bene è una cosa buona e utile. Può anche essere divertente sorprendere chi vi ascolta o vi legge grazie a parole non comuni, che proprio per questo attirano l’attenzione.
Lapalissiano
Se qualcuno dice una cosa ovvia e scontata, invece di ribattere “Ma è chiaro!” commentate “Ma è lapalissiano!” L’aggettivo deriva da una strofa in francese, diffusa dopo la battaglia di Pavia (1525), che diceva: “Il signor de La Palice (pron.: la Palìss) è morto, è morto davanti a Pavia. Un quarto d’ora prima della morte era ancora vivo”. (Ovvio, no?)
Pantagruelico
Vi siete abbuffati fino a scoppiare? “È stata una mangiata pantagruelica!” Pantagruele è uno dei due giganti (padre e figlio) inventati nel Cinquecento dallo scrittore francese François Rabelais nel suo romanzo Gargantua e Pantagruele.
Titanico
Volete sottolineare che il vostro sforzo è stato fuori dal comune? Dite: “È stata un’impresa titanica!”. Anche i Titani erano giganti, questa volta della mitologia greca.
Mefistofelico
Qualcuno ha avuto un’idea particolarmente astuta (e anche maligna e scorretta) per ottenere qualcosa? Potete dire: “È un piano mefistofelico”. Anche un sorriso può essere mefistofelico. L’aggettivo significa “diabolico”, perché Mefistofele è il diavolo nelle leggende popolari tedesche.
Salomonico
Una contesa si conclude in un modo che mette d’accordo tutti, con la soluzione più giusta possibile? “È una decisione salomonica.” Salomone è un re della Bibbia particolarmente sapiente (ricordate il modo in cui risolve la disputa tra due donne che sostenevano di essere la vera madre di un bambino?).
Parole molto espressive che non fanno parte della lingua quotidiana possono dare forza a quello che dite. Immaginate un dialogo come questo:
Al di là del contenuto (i broccoli sono buoni e fanno bene, fidatevi), è chiaro che un’esclamazione come “Orrore e raccapriccio!” è più efficace di risposte come “Ma lo sai che non mi piacciono i broccoli!” o “Che schifo!”. Il raccapriccio è un sentimento di orrore davanti a qualcosa che fa rabbrividire, e se volete esprimere l’idea di “brutto” o “cattivo” potete servirvi di aggettivi non comuni come raccapricciante, ripugnante, repellente, abominevole.
Cercate sul vocabolario queste parole, osservate gli esempi e scrivete qualche giudizio su cose che trovate brutte o cibi che vi sembrano cattivi o disgustosi impiegando con precisione questi aggettivi. Poi proseguite allo stesso modo (cercando la definizione e scrivendo frasi) con gli aggettivi della serie che segue.
antidiluviano …………………………………………………………..
asfittico …………………………………………………………………….
esasperante ………………………………………………………………….
inesplicabile ………………………………………………………….
obsoleto ……………………………………………………………………..
rocambolesco ………………………………………………………….
soporifero ………………………………………………………………….
truculento ………………………………………………………………
Trovate un altro estratto di Invece di fare i compiti (Rizzoli 2017, illustrazioni di Ilaria Faccioli) su IL LIBRAIO.